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Domenica delle Palme = "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?"


Ogni anno, da quando l'ho conosciuto nel primo coro nel lontano 2003-04, ho avvertito in questo salmo il concentrato più sublime dello spirito del pre-Pasqua.

Nei due cori di cui ho fatto parte, per me era un privilegio immenso poterlo cantare, incanalandovi così i miei dolori, le mie delusioni, i tradimenti subìti di cui spesso non mi capacitavo.

Oggi mi rendo conto che proprio questo salmo, atteso ogni anno, non basta più: troppe gocce velocemente violente hanno fatto traboccare il vaso.

La rabbia per uno stupro psico-fisico che ci priva di svolgere decentemente il nostro lavoro per cui abbiamo già lottato, pagato e sofferto: un concepimento non voluto, alias il concorso.

Gli sforzi a volte immani nel cercare di far capire a degli adolescenti tanto diversi da quelli di 5 anni fa l'importanza del rispetto di certe regole per una pacifica convivenza in società, l'importanza dell'accoglienza di ciò che è altro, l'importanza della cultura come difesa contro chi ci vuole ignoranti e pecore.

La quasi perdita di uno zio che per me rappresenta l'infanzia, la pre-adolescenza e, al pari di papà, il senso dell'unione familiare. Purtroppo è lontano e non riusciamo a stargli vicino fisicamente, ma il pensiero c'è sempre!

La più recente morte di mia nonna la mattina di Natale con conseguenti disgrazie a causa della cupidigia di persone che di mia nonna non si sono affatto curate, ma di cui ora pretendono tutto oltre a quello che già hanno avuto in vita, in modo del tutto immeritato.

La morte di questa nonna con cui non scorreva sempre buon sangue (ci andava più d'accordo mia sorella infatti), ma di cui mi sono presa cura, rinunciando alla mia libertà di giovane studentessa, insieme a mia mamma, mio fratello, mia sorella, mio cognato, Mike, papà e altre poche persone.

La perdita di mio padre di San Michele 2014, mentre mi preparavo per le 6 prove preselettive del TFA di tedesco e di inglese e con tanto di nonna allettata, un evento di cui in poche occasioni sono riuscita a piangere profondamente (come "Il piccolo principe" al cinema), ma grazie al quale sono ancora più vicina a persone che, come me, hanno perso la persona più importante della propria vita oltre alla mamma.

La perdita di zio 'Ndondò che avrei di certo voluto al mio futuro matrimonio, ma che purtroppo (ma anche per fortuna) è stato chiamato in cielo dopo una vita piena di sofferenze per lui e per chi di lui si era preso cura.

Altri eventi di natura "minore", come le amicizie e i gruppi che mi hanno delusa (ma poi si è visto che fine hanno fatto e fanno!).

Il suddetto vaso trabocca, ma non si spacca: la forza di volontà, la fede nell'ottenere ricompense che rimettano in equilibro questo vaso, sono più forti della tentazione di piangersi addosso e di nascondersi dietro a questi eventi per non reagire e per avere la pietà della gente (ciò che, tra l'altro, fu pensato di me nel mero evidenziare le iniquità subìte in uno dei gruppi per cui sacrificai tempo, soldi e presenza).

Torno un attimo indietro nel tempo, quando da adolescente certe situazioni mi sembravano insuperabili.

Tornando sempre indietro, mi rendo conto che ciò che sono oggi è il risultato di tutta la forza che proviene da me quanto dall'alto, anche quando sembra che Dio sia sordo ai richiami di chi ha bisogno di Lui.

Buona domenica (delle Palme per chi ci crede)!

Vi lascio con il suddetto salmo:

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