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Versione integrale della mia seconda intervista su "Anti-Zibaldone 2.0"

Per esigenze editoriali e redazionali, nonché "a causa" del mio non avere freni quando si tratta di scrivere, la mia seconda intervista (che potete trovare sul sito https://scrittiriscritti.wordpress.com/2015/02/19/anti-zibaldone-2-0-di-roberta-fausta-ilaria-visone/) ha subito dei tagli.

Di seguito ne riporto la versione integrale.

Enjoy!

1. Come nasce Anti-Zibaldone 2.0?

L'idea di pubblicare le mie poesie già mi frullava nella testa da tempo, tanto da inviarle alla casa editrice Albatros - Il filo. Mi fu inviato il contratto ma per motivi meramente economici non potetti accettare la loro proposta e in ogni caso sentivo come se mancasse un pezzo fondamentale, una forma di chiusura di quel cerchio nato col tempo, con le esperienze, con l'estro. Una poesia che significasse per me l'addio a questo genere letterario, poiché oggigiorno voglio dedicarmi alla prosa. Ma soprattutto mi mancava il coraggio di mostrare questo lato di me agli altri: in passato avevo scelto solo quelle 7-8 persone "elette" cui far leggere le mie poesie, quelle che sicuramente avrebbero carpito aspetti del mio pensiero non accessibili a tutti. Errori di gioventù, tranne in un paio di casi.

Ebbene, qualche mese fa ho fatto un sogno su cui ho riflettuto per un po' (ulteriori approfondimenti potete trovarli nella Prefazione), fino a trovarne una spiegazione: dovevo trovare il coraggio di realizzare l'opera e pubblicarla. Dopo un lungo periodo di blocco, dove a stento avevo scritto 3-4 poesie che nulla hanno a che vedere con quelle del periodo adolescenziale, finalmente sono riuscita a scrivere anche l'ultima poesia, dedicata a mio padre che dal giorno di San Michele 2014 ha lasciato questo mondo saturo a causa del male del secolo: un cancro che ha aggredito lui e tutti noi suoi cari con una veloce violenza. Come quando Novecento decise di punto in bianco di scendere dalla sua casa, il Virginian: "a me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono" (Baricco,1994:44). Questo mentre vivevamo già una "sofferenza a lungo termine", cioè la nonna materna che da giugno è allettata.

Per quanto riguarda la ricerca del titolo e il lavoro di strutturazione dell'opera, entrambi si sono conclusi molto velocemente guardando degli appunti di letteratura italiana del liceo scannerizzati a un mio piccolo carissimo amico, Lorenzo. Gli avevo scannerizzato Giacomo Leopardi; osservando uno di questi appunti e dopo aver pensato di strutturare l'opera seguendo il mero ordine cronologico, mi son detta: "E se, a differenza dello Zibaldone di pensieri di Giacomino, mettessi in ordine le mie poesie?". Ecco che nasce il titolo Anti-Zibaldone 2.0, pubblicato in un'era fatta di tecnologie e di mondi virtuali (da cui 2.0).

2. Cosa pensi che abbia in più la poesia, rispetto agli altri generi?

Per quanto prosa e poesia siano accomunate dalla volontà dello scrittore e della scrittrice di comunicare con l'Altro e di lasciare una traccia di sé nella storia dell'umanità, la poesia comporta un labor limae non indifferente, forse anche più preciso della prosa: la scelta delle parole da usare in poesia è ben più ponderata, motivata da aspetti stilistici, di ritmo, di metrica, di contenuti anche. Come nel caso del Genio della lampada, nella poesia bisogna concentrare "fenomenali poteri cosmici ... in un minuscolo spazio vitale!"; in aggiunta a ciò l'attenzione sul suono delle parole è più marcata nella poesia che nella prosa, a mio parere ... a meno che non si legga ad alta voce un capolavoro come Their eyes were watching God di Zora Neale Hurston oppure opere di John Ronald Reuel Tolkien che comprendono prosa e poesia, allora il discorso cambia! Per non parlare dell'aspetto traduttivo: come rendere la rima di una L1 (l'italiano per es.) in una L2 (l'inglese)? Come rendere nella L2 determinate allitterazioni presenti nella L1? Insomma, penso che la poesia, rispetto agli altri generi letterari, abbia in più queste scelte più precise a livello di rime, metriche, contenuti (e traducenti se la si vuole tradurre).

3. Quale messaggio vuoi far arrivare attraverso questo tuo primo libro?

Beh, i messaggi che voglio far arrivare sono gli stessi riportati nella prima intervista che potete trovare su http://worldshopnews.altervista.org/anti-zibaldone-2-0-intervista-a-roberta-fausta-ilaria-visone/. Poiché vi credo profondamente, li riprendo pari pari da lì.

In primis mi rivolgo a tutte quelle persone che idealizzano un rapporto per poi ritrovarsi a grattare il fondo del barile: non arrendetevi nel cercare ciò che davvero vi fa stare bene e, non appena l’avrete trovato, siate disposte a condividere questo bene con persone adeguate. Perché dico adeguate? Perché la vita, le molteplici esperienze in amore, amicizia, cuginanza, mi hanno insegnato che noi non siamo adatti a tutti e non tutti sono adatti a noi, che i tempi nostri non sono quelli altrui e viceversa, pertanto poiché la vita è un morso (per non dire una scala di pollaio etc. etc.) bisogna godersi gli istanti con chi ci desidera davvero, con chi sa apprezzare la nostra presenza e non con chi è cieco di fronte alle tante dimostrazioni di affetto, con chi ci dà il contentino che una persona infatuata vede come un castello. C’è anche una bella notizia però: il karma funziona davvero, quindi ciò che avrete seminato lo raccoglierete, what goes around comes around. Passerà del tempo, vi saranno tante bufere, ma raccoglierete prima o poi. E quando lo raccoglierete ci saranno gioie quanto malelingue: stay strong and carry on! Avanti tutta!

Un secondo messaggio lo rivolgo a tutte le persone che, come me fino a poco tempo fa, erano dominate dalla timidezza nel mostrarsi per ciò che si è. Siate voi stessi e la vita vi ripagherà. Non fatelo e saranno scissioni interiori a gogò. Mostrate ciò che sapete fare, le vostre inclinazioni. “Ci domandiamo: ‘Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?’ In realtà chi sei tu per NON esserlo? Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo. Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi” (Williamson,1992:190-191).

Un terzo messaggio, non meno importante, lo rivolgo a tutti quelli che ignorano Napoli (e l’ignoranza si sa, va spesso a braccetto col disprezzo e con l’arroganza): certamente è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, ma chi saprà e vorrà carpire il mio messaggio su Napoli, nonché quello di tante altre persone più note di me, avrà la possibilità di aprirsi a un mondo fatto anche di eventi positivi, di persone che sanno rimboccarsi le maniche e stringere la cinghia in tempi di vacche magre. Riuscirà ad andare al di là dei reali problemi che esistono, sì, ma che non rappresentano la totalità di questa città meravigliosa.

Last but not least, un altro messaggio è quello di cercare di essere meno indifferenti ai problemi altrui e di andare al di là delle apparenze. Questo messaggio lo potrete trovare anche nella mia short story inserita nella prima sezione Dellʹattesa, dellʹinfatuazione, degli amori platonici e della cruda realtà.

Se poi troverete altri messaggi leggendo il mio libro, meglio ancora!

4. Come pensi sia percepita la poesia nel mondo contemporaneo?

La poesia nel mondo contemporaneo tanto può essere chiara e orecchiabile, quindi facilmente fruibile a un pubblico vasto, tanto può contenere dei messaggi criptati che non tutti sono in grado di comprendere o che non tutti percepiscono subito, quindi diventa un genere letterario di nicchia. La condensazione della poesia può allontanare le persone dalla lettura della stessa, ma per altre può rappresentare una sfida, una caccia al tesoro, voglio dire a determinate citazioni letterarie più o meno latenti. Inoltre non tutti hanno un buon orecchio musicale, quindi queste stesse persone possono vedere la prosa come un genere letterario più familiare a loro rispetto alla poesia. Se poi quest'ultima è atta a essere anche una canzone, allora il discorso cambia: credo che si legga meno di quanto si ascolti musica, quindi, come già detto, una poesia orecchiabile può attirare maggior attenzione di una più ermetica e/o non adattabile ad arrangiamenti musicali. Ci sono poesie da cantare e altre da leggere, proprio come le canzoni di Lucio Battisti scritte da Mogol e da Panella: le prime sono cantate in tutto il mondo, le seconde sono, a mio parere, più da ascoltare che da cantare. Insomma, credo che al giorno d'oggi ci sia un rapporto di dualità con la poesia.

5. Cosa pensi dell'editoria d'oggi e perché la scelta di auto pubblicazione?

Poiché mi affaccio al mondo editoriale per la prima vera volta, ho bisogno di viverci per un po' di tempo prima di poter esprimere un giudizio più completo. Tuttavia posso già incominciare a dire che l'editoria odierna dà maggiore spazio a scrittori e scrittrici meno abbienti. Stesso discorso per l'utenza, che è più ampia anche grazie all'ausilio dei social network, i quali potenziano l'attività editoriale e la pubblicizzazione dell'opera. Il rischio della natura rizomatica di Internet ritengo sia quello di rimanere intrappolati in sistemi che non diano la giusta soddisfazione a livello di visibilità e vendita del prodotto, oppure di bistrattare o dimenticare modalità di visibilità e vendita del libro che definisco old but gold: i passaparola e le presentazioni dal vivo restano a mio parere più efficaci dei 10000 contatti FB che mettono "mi piace" per abitudine più che per vero interesse.

Per quanto riguarda l'auto pubblicazione, nel mio caso è successo di aver consultato mesi fa il sito di Youcanprint e di essermi interessata alla questione della traduzione e correzione bozze. Dopo aver chiesto informazioni a riguardo e dopo aver inviato il mio CV, si è instaurato un rapporto di collaborazione che consisteva nella correzione della bozza di un'opera in prosa, dopodiché ho colto l'occasione per approcciarmi all'auto pubblicazione. Questa comporta una spesa nettamente inferiore rispetto all'editoria tradizionale, ma anche un maggior senso di responsabilità verso la propria opera: bisogna farvi da autore ed editore, sceglierne il formato, il numero di pagine a colori e/o B/N, il tipo di copertina, l'immagine di copertina. Insomma, l'opera è come la creatura del Dottor Frankenstein: creata secondo le preferenze dell'autore. Con l'editoria tradizionale, invece, per quanto ne sappia determinate scelte sono giostrate da un editore che può deliberatamente tagliare, modificare, aggiungere dei pezzi. Ciò non fa ombra ai vantaggi dell'editoria tradizionale: una volta completata l'opera, la responsabilità di pubblicizzare l'opera spetta sia all'autore sia all'editore, quindi si lavora in squadra, dalla serie "una mano lava l'altra". Con l'auto pubblicazione, invece, nonché con l'esistenza di una rete di connessioni così fitta da poterne perdere il capo e la coda, bisogna scazzottarsi con altri autori affinché la propria voce venga ascoltata. Per fortuna esistono persone disposte ad ascoltarla, così come altre che vogliono mettere i bastoni fra le ruote. Normale routine: cambiano i mezzi, ma non determinati contesti.

6. Bolle in pentola qualche altro lavoro?

Certamente. Ho intenzione di (auto) pubblicare un'opera in prosa di carattere ironico, se non satirico e umoristico. Il tema? Il Belpaese. Il titolo? Già ce l'ho, ispiratomi da un vecchio post nel gruppo TFA di inglese dove si denunciavano, a ragione, determinati controsensi. Poi chissà, potrei cimentarmi in una tematica diversa (anche questa ce l'ho, anzi due tematiche!), ma niente roba da diabete ché ho già contribuito in ciò con talune mie poesie adolescenziali! Voglio catapultarmi in qualcosa di nuovo! Intanto sul blog www.cosaresta.wordpress.com e su www.carmelindapotenza.it già ho pubblicato degli articoli: nel primo sito vi sono vari argomenti, nel secondo articoli e lezioni sulla lingua e civiltà svedese. Vi aspetto, nuovi lettori!

Di seguito puoi trovare l'elenco di alcune librerie cartacee e online dove è possibile ordinare e comprare il libro:

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