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Nuova recensione ricevuta!

Qui e anche nella sezione "Recensioni" vi riporto un'opinione recente riguardo al mio libro Anti-Zibaldone 2.0.

è la prima opinione ricevuta da una persona che di me sapeva poco e nulla, ma in molte parti della sua recensione mi ci ritrovo a pieno.

Buona lettura!

"Volevo anzitutto premettere che sono un’apprendista, come te, anche se tanto più vecchia di te! Quindi, tutto quello che ti dico prendilo come un semplice consiglio, senza nessun altro valore. Leggere i tuoi scritti mi ha fatto pensare a un fiume impetuoso, generoso e ricco d’acqua, che, proprio per questo, necessita di controllo, altrimenti supera gli argini. Tradotto: secondo me devi disciplinare di più il tuo bisogno di dire perché la poesia non deve essere sfogo o confessione ma deve trasferire in immagini un sentimento, una sensazione, un pensiero. Quindi, più misura, anzitutto nella quantità: preferisco le tue liriche più brevi, dove sei costretta a “contenerti”. Inoltre: io eviterei una sintassi troppo prosastica e, nel lessico, termini come “beltà” o “favellar” che sanno troppo di stantio; per la metrica: se la rima manca non importa, quel che conta è l’armonia interna, il ritmo (legato naturalmente alla misura del verso). Eviterei anche troppi puntini di sospensione.

Infine, nell’introduzione leggo: “ […] ciò che differenzia il suo “Zibaldone” dal mio è la disposizione d’idee (ecco perché la scelta del prefisso Anti-). Nel suo caso si tratta di una mescolanza confusa e senza criterio d’idee, nel mio vi è un ordine ben specifico per gruppi tematici” Il paragone mi sembra azzardato: Leopardi è un genio poetico e un filosofo, rispetto al quale noi siamo “artigiane della parola”. Quindi, lascerei stare. Detto tutto ciò, il mio vuol essere un incoraggiamento a proseguire perché senz’altro l’esigenza espressiva è in te forte e certa. Dato che sei molto giovane, arriverai sicuramente a ottimi risultati. Dunque, auguri e Buon cammino! Gisella"

La mia risposta è stata questa, così da dare un'ulteriore spiegazione sulla scelta del titolo, perché effettivamente la prefazione e le introduzioni delle 7 sezioni sono state scritte con molto impulso:

"Non metto in dubbio che sia un genio Leopardi né voglio mettermi al suo livello, è che nel momento della scelta del titolo avevo degli appunti di liceo proprio su di lui e sullo Zibaldone era riportato il legame con la parola "zabaione", cioè mescolanza. Dato che io sono molto logica in certe cose, allora ho voluto ordinare le poesie secondo gruppi tematici. Non volevo affatto offendere Giacomino, anzi, lo portai pure alla maturità, sono io una fissata con archivi e ordini (nelle pulizie di casa lo sono di meno). Inoltre è vero, c'è molto impulso in ciò che scrivo in generale e a dirla tutta sono meno timida a scrivere che a parlare. In ogni caso ho apprezzato tanto l'opinione :) Perché un parere di una persona che non mi conosce non è influenzato da nessun fattore, figuriamoci se si tratta di un'insegnante, quindi ancor di più c'è quell'attenzione al testo per ciò che è! :) "

Inoltre, come detto alla cara Linda Pisani: "Sicuramente la tua collega d'italiano ama Pascoli" (come me, del resto) ed è giusto che ognuno abbia una propria visione sulla poesia e che la mia possa non essere condivisa. Ci sta, assolutamente! Non mi offendo, anzi! Per me essa è stata LA mia valvola di sfogo, il mio modo per cristallizzare dolori e gioie, e le poesie più lunghe sono quelle dove sono più arrabbiata, delusa, sfrontata, ma anche dove sono più me stessa: difatti in molti hanno pensato e/o pensano che io sia solo docile e ingenua (per non dire fessa), ma quando mi si fa arrabbiare so cacciare pur io gl'artigli a parole quanto a fatti. Il problema "delusioni passate" l'ho trasformato con non poca fatica in opportunità future in cui non debba sottomettermi ai falsi concetti altrui di me e a tutte le dicerie nei miei confronti e al mandare subito via chi non dà diritto di contrabbattere.

A conferma di ciò che ho appena detto un nuovo conoscente, Adriano, che venne anche alla prima e per ora unica presentazione del libro, durante la lettura di "Tornerò" mi disse che la mia vera essenza, fatta anche di rabbia e disincanto, è proprio in poesie come quelle.

PS: Ho detto "la poesia è stata" perché l'ultima poesia in ordine cronologico e in ordine nel libro (Hai lasciato un mondo saturo) segna l'abbandono di questo genere letterario. Difatti mi sto dedicando alla prosa, ho anche scritto un racconto inedito a partire da un post di un vecchio blog, ma non potrò pubblicarlo nemmeno qui finché non sarà concluso uno dei concorsi cui ho partecipato.

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