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Il mio sabato all'insegna di "Ricomincio dai libri" e non solo

Salve!

Sono reduce da un weekend pieno di emozioni.


L'esordio non è stato dei migliori: a svegliarmi 5 minuti prima della sveglia sono lacrime mattutine, 1/100 di quelle interiori che in una società basata sull'apparire sempre gioios* e fungere da scem* del villaggio non devono esprimersi (come nel caso di "Inside Out" in cui la protagonista deve celare qualsiasi stato d'animo che non sia la gioia, cfr.http://robertafivisone.wix.com/poesiediperiferia#!Le-neuroscienze-alla-portata-di-tutti-Inside-Out/c1q8z/55ff016c0cf2f0ed7a1bc2f4) e che io stessa non riesco ancora a cacciare.

Dopo una sveglia all'insegna di interrogativi sul perché di questa rabbia nei miei confronti nell'unico momento in cui posso ancora vedere papà, mi preparo, scendo per affrontare 4 ore di un lavoro in un ambiente che non corrisponde a quello della mia vita, ma in attesa di convocazioni per supplenze mi do da fare nonostante di me si abbia un'immagine di scolaretta lavativa, deficiente e naïve.


L'ansia crescente di non riuscire a portare a termine tutti gli incarichi previsti (poiché ogni mansione richiede una certa dose di tempo e in 4 ore non si può costruire Roma) è accompagnata da una mente proiettata verso un pomeriggio spumeggiante all'insegna della cultura e ci pensa la sveglia Tardis ad accendermi un sorriso a 394 denti con tanto di ennesimo sfottò sulla mia suoneria.

Tornata a casa, mangio pasta e zucca per poi mettere nella borsa di Jena brochure e biglietti da visita, nonché il quarto librone della serie "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" come compagnia durante il viaggio.

Arrivati lì, si fa un giro di perlustrazione, partono commenti poco piacevoli che faccio finta di non sentire perché la felicità della prima volta a un evento del genere è troppo grande per prestare attenzione a parole del tipo "luogo scialbo", "eh, ma quando una persona fa un invito..." (lascio a voi il continuo della frase). Entriamo in una parte coperta della Villa e mi imbatto in una piccola stanza tutta colorata. Incoraggio la compagnia a entrare e ci accolgono un signore semplice e altre due persone; torno bambina: si osserva e ci si interroga sui vari oggetti scientifici proposti dal signore, creati con materiale riciclato. L'esordio spetta a Marino Sotto (una bottiglia riempita d'acqua con al di sopra un oggetto fatto di graffette e una fiala riempita per metà d'acqua e per metà d'aria, il suddetto Marino). Il gioco di parole mi diverte, resto colpita dal movimento di Marino di sotto e, come quando ero alla Città della Scienza milioni di anni fa, ascolto spiegazioni sulla fisica con un linguaggio elementare (ad hoc per capre come me!). Il divertimento continua con la clessidra di acqua (e ovviamente penso alla clessidra di Lumacorno), il periscopio (il clou l'ho raggiunto lì!) e infine un gioco bidimensionale che rimanda al cubo di Rubik e che mi fa pensare a mio fratello: l'avrebbe risolto in un batter d'occhio!


Usciti dalla stanza dei giochi, ci inoltriamo nella parte posteriore della Villa e mi imbatto in uno stand di una rivista poetica e non solo, Mosse di seppia. Mentre gli altri vanno avanti mi dedico a una piacevole conversazione coi gestori dello stand, ci presentiamo e ci scambiamo il libro (da parte loro) e la brochure (da parte mia). Dopo aver visto un pergolato che trovo romantico, incontro Carol, amica mia e di Rossella che, nonostante la scadenza del bando per fittare uno stand, mi ha concesso la possibilità di poggiare sul banchetto suo e della sua collega Antonella le brochure di Poesie di periferia + biglietti da visita di questo libro e dell'ebook L'eserciziario del traduttore, sempre del sito Languages Translators. Non faccio in tempo a sistemarmi che partono pretesti da parte dei conoscenti nonostante per giorni abbia messo annunci sulla mia presenza all'evento non solo come spettatrice, bensì anche in parte minima come persona attiva: se poggio le mie cose sul banco, una persona con un minimo di intelligenza capisce che è lì che devo rimanere, non è che possa lasciare le cose lì, come mi era stato spudoratamente richiesto per un caffè e altra chitchat! Pertanto ci si saluta, dico "grazie" ma in realtà volevo continuare dicendo "perché ve ne andate a ...."; si attiva così la pallina rossa della rabbia, riassunta in questo post di FB:


"È così che ora mi sento di riassumere l'episodio di oggi pomeriggio in cui un mio invito verso qualcosa di culturale è stato disprezzato alle spalle quanto palesemente (solo) perché non c'era la folla. Ah già, non sono la scrittrice di "cinquanta sfumature etc." con la folla di gente che ha a cuore solo i miei soldi e i giochi erotici, non sono la persona più carismatica di questo mondo, ma una cosa è certa: la cultura è sulla bocca di tanti, ma nel cuore di pochi. Pertanto ringrazio chi la incentiva con belle quanto bistrattate iniziative e disprezzo chi, invece, vuole solo la folla denigrando queste stesse iniziative. Ah per la cronaca, se un giorno avrò successo (che sia in ambito editoriale quanto in altri ambiti), di sicuro non condividerò questa gioia con chi non è stat* al mio fianco dall'inizio, dalle mosse goffe, dalle mie insicurezze. Altri eventuali pensieri su oggi li esprimerò domani, nel frattempo sono felice di aver passato il pomeriggio con chi ci è venut* e ha partecipato con piacere [alias Rossella rimasta con noi per tutto il tempo, Vinz andato via dopo l'arrivo del mio ragazzo perché vincolato dagli orari dei treni, nda] e la serata con l'amore mio, prossimo a diventare whoviano" :D


Ebbene, su questo punto vorrei focalizzare l'attenzione: perché professarsi detentori e detentrici di cultura, perché scrivere paroloni su poetesse dimenticate, per poi storcere il naso di fronte a una grande possibilità con persone viventi? Dopotutto il mio invito non era volto principalmente all'acquisto del mio libro (anche perché di copie cartacee di Poesie di periferia ne ho attualmente una sola - la mia - quindi non l'avrebbero avuta da me di persona), bensì a far sì che scaturisse una qualche riflessione su un evento di un ambito di cui si professa di essere interessati.

Come commenti di post ricevo incoraggiamenti così come una constatazione reale quanto amara:

"sai ......nn sempre la cultura paga, e nn nel senso dei soldi: purtroppo c'è differenza fra persone con cultura e persone acculturate......è uno stile di vita!!!"

Credo che qualsiasi aggiunta a questo pensiero, che condivido a pieno, sia pleonastica.

Dopo questa pennellata rossa, è il momento di usare il colore marrone, come il mondo favolistico chiamato CIOCCHEUNISCE!

è bello sapere di genitori che accompagnano la prole a questi eventi così bistrattati, ma in realtà così creativi e benefici. La solerzia di Andrea mi ha in particolar modo colpita, il creatore degli abitanti rossi di Cioccheunisce che mi hanno ricordato i visi e corpi lunghi di Modigliani.

E nonostante le mie immancabili défaillances dovute a mera inesperienza, qualche brochure + biglietti da visita dell'ebook e del mio libro sono riuscita a distribuirli; ne avrei distribuiti di più se avessi potuto presenziare anche ieri mattina, ma avevo un appuntamento al cimitero che non potevo più rimandare, un luogo dell'anima che non riuscivo né riesco più a censurare.

Ebbene, ringraziando ancora chi ha presenziato con piacere sabato, vi aspetto l'anno prossimo a "Ricomincio dai libri" e a qualsiasi altro evento cui potrò e DOVRÒ presenziare. Poiché per quanto il profeta sia sempre disprezzato in patria (e la puntata 5x10 di Doctor Who la dice molto lunga a tal proposito)

CHI LA DURA LA VINCE!

C'è chi ha l'arroganza appariscente di Boromir, così portato in cielo da un padre stolto, chi invece l'umiltà, la pazienza e il vero coraggio del fratello, così bistrattato dallo stesso padre.

Personalmente mi sento prossima a Faramir, uno dei miei personaggi preferiti de Il Signore degli Anelli.

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