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Che la forza (di essere insegnante) sia con me! - I parte

Premetto che non ho mai visto Star Wars, ma la conoscenza inconsapevole e automatica di qualche aforisma e di qualche personaggio è dovuta alla frequentazione della rete, allargando così il mio bagaglio culturale. A ciò aveva provveduto all'epoca anche la sit-com Sensualità a corte, trasmessa tanto tempo fa su Italia 1: il protagonista Jeanclaude, unito da un matrimonio di convenzione con Cassandra, in realtà si innamora di vari personaggi, fra cui Stefano-Darth Vader, che puoi immaginare non lo tratti affatto bene.

Detto ciò, colgo l'occasione del momento per raccontarti in sintesi la mia esperienza con l'insegnamento, così da riassumere una gran fetta di quest'anno che sto per lasciarmi alle spalle.

Come forse sai, il 2015 è stato caratterizzato dall'onnipresenza di questo acronimo polisemico: TFA. Prima, durante e dopo, questo mezzo per far incassare soldi alle università ha lasciato degli strascichi soprattutto in negativo, ma anche in positivo.

Da una parte della bilancia: un quantitativo di stress tale da perdere i capelli anche se non era autunno e da riprendere quel peso perso con tanto affanno da quando sono stata in Germania; lo storcersi dello stomaco quando luoghi e oggetti rimandano a quel periodo di caserma distopica; il dover rinunciare praticamente alla libertà di farmi una camminata o essere a un concerto senza nominare questo acronimo; il dover frequentare il 50% di corsi da dottorato che niente, assolutamente niente hanno a che fare con la realtà nuda e cruda dei fatti, corsi questi gestiti da personaggi tirannici che mai hanno messo piede nella scuola reale; litigi futili col mio ragazzo e furiosi a casa che non hanno luogo in contesti "normali"

(messo fra virgolette perché la mia vita è tutto fuorché normale e non lo dico con orgoglio: in alcune occasioni vorrei tanto poter uscire con amiche senza avere l'affanno del tornare a casa sempre troppo presto, vorrei tanto poter viaggiare col mio amore o semplicemente sedermi in biblioteca a scrivere stralci di romanzo, sedermi su una panchina a osservare alberi e mari, organizzare pijama party e invitare persone a casa senza procurare loro disagio - ed eventualmente rifiuto - poiché gettate in un contesto inesistente nemmeno nei loro più remoti incubi; avere una vita spericolata insomma).

In aggiunta a ciò, l'impossibilità di recuperare i soldi spesi per il TFA poiché Garanzia Sfruttamento Giovani è gestita da persone incompetenti che dimenticano di inserirti nella lista degli "aventi diritto al misero pagamento di € 500 per 40 ore alla settimana di lavoro vero e proprio (altro che tirocinio formativo!)" e/o si inventano svariate scuse pur di non pagarti (in tempo). Tanto "per morire e per pagare c'è sempre tempo"! (limortacciloro!)

Infine, cosa più grave di tutte, l'inesperienza nella vita scolastica vera e propria, con questioni di BES sempre più in aumento, anche per finta: l'antica asineria spesso viene nascosta dietro questi acronimi, dice similmente Gianmarco Perboni, autore di Perle ai porci. L'inesperienza nella vita scolastica vera e propria fatta di registri da riempire per solo il 10% di conoscenze e passioni personali da mettere al servizio degli studenti: l'80% del tempo è dedicato al tenerli a bada e a usare la chiave di volta per capirli, specialmente per quanto riguarda gli studenti nella paritaria, la cui promozione è già indicata sulle bacheche all'ingresso della scuola con tanto di voti e garantita da ingenti oneri che però impediscono agli studenti di avere una penna per scrivere, però l'Iphone, le vacanze a Cortina, le sigarette e altro, nonché gli abiti firmati, non devono mancare! A questo aspetto tanto ipocritaliano si aggiunge il dover lavorare senza (ancora) percepire un minimo di gratificazione economica, magari a 300 km da casa, magari da madre/padre di famiglia. A questo punto mi ritengo fortunata a non essere ancora sposata: sarebbe stato arduo spostarmi con prole a carico e senza percepire un soldo (cosa che avrei in ogni caso fatto se necessario, sebbene a malincuore). La foto seguente è solo una sintesi della situazione odierna dell'insegnamento.

La bilancia è fatta anche di un altro piatto, forse più leggero ma presente, visibile se gli dedichiamo il meritato pensiero. Esso contiene: la forza di aver affrontato l'inferno prima e durante il TFA (mai in vita mia credo di aver avuto una così grande determinazione e forza d'animo!), le nuove conoscenze e poche profonde amicizie (dalla serie "in carcere, in malattia e nella gioia si conosce il cuore degli amici e dei parenti") e la magnifica esperienza al Margherita di Savoia durante il TFA e all'ITI Ferraris a Scampia poco prima di abilitarmi. Di queste due esperienze a scuola più quella attuale alla paritaria a Vico voglio parlarne in un altro post, delle amicizie in un altro ancora.

Resta in collegamento per scoprirne di più!

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